Maalesh goes upside down!

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Lascio questo paese. Complici una buona offerta di lavoro per mio marito, la situazione politica instabile, una piccoletta a cui dare un futuro, la voglia di cambiare. Destinazione Australia. Una piccola pausa in Italia finche’ mio marito trova casa e si sistema, poi saro’ dall’altra parte del mondo, a testa in giu’.

Mi manchera’ questo paese, dove le cose non vanno mai, o quasi, bene, ma e’ un paese che amo, abitato da gente che amo. Si capisce, nonostante la mia voglia di scherzare sui loro difetti, quanto il Libano mi abbia catturata.

Non mi mancheranno i giorni come quello dell’ultimo attentato. Eravamo li’ quel pomeriggio. Mia figlia appena uscita da scuola, che si trova li’ vicino. Per tornare a casa abbiamo girato proprio sulla piazza, in una via parallela, e proprio al momento dell’esplosione. La macchina ha sobbalzato. I vetri venivano giu’. La colonna di fumo nero si e’ alzata poco dietro di noi. Le sirene di vigili del fuoco e ambulanze partite pochi secondi dopo. L’ho raccontato, ho gia’ vissuto un attentato. E mi trovavo proprio dentro, non vicino, ma non ho avuto paura come questo maledetto venerdi’. Perche’ questa volta c’era mia figlia.

Che cos’e’ mamma? Un grande grande fuoco d’artificio, amore. C’e’ la festa? Si. Perche’? Perche e’ finita la scuola e domani c’e’ vacanza, fanno una festa per i bambini che sono appena usciti da scuola (maledetti voi! La piazza e’ piena di bambini). Come dicevo in un commento al post precedente, e’ stata dura sorridere e cercare di portare a casa tutto l’orrore di quello che era successo, cercare di non trasmettere l’angoscia a piccoletta. Come dice Siren, come spiegare ad un bambino i perche’ e i per come di un gesto come questo? Non lo so, non lo voglio nemmeno sapere come si fa. E poi il pensiero che corre all’amica che abita proprio li’, poco piu’ giu’ sulla stessa via. E all’amica che per tornare a casa dal lavoro passa anche lei di li’. Provare a chiamare e mandare messaggi per sapere se stanno bene, ma i telefoni non funzionano subito dopo l’esplosione.

No, non mi manchera’ questo.

Mi mancheranno piu’ di tutto le mie due amiche italiane che sono la mia famiglia qui, le mie sorelle. Questa sara’ la parte piu’ dura. Lo so che le amicizie resistono alla lontananza. Lo so che internet aiuta. Ma il contatto fisico e visivo sono importanti, non e’ vero? Loro dicono che non tornero’ mai. Non lo so, chissa’ cosa ci riserva la vita, che non va mai come l’avevamo pensata. Ma so che portero’ per sempre con me le mie due amiche.

Non mi manchera’ “ma fi carhaba!” (non c’e’ corrente elettrica), oh no, decisamente no. Soprattutto quando me la tolgono fuori orario e la mia torta in forno va a farsi benedire!

Ci ho pensato tanto. Pubblico altri due post dopo di questo. Diversi dal solito. Uno mio, molto personale. Parte di una discussione in un forum, piu’ che un post, ma che spiega, oltre al resto, perche’ sono cosi’ legata a questo paese. E spiega perche’ credo di aver fatto quello che dovevo fare qui. L’altro sono le parole di una poetessa libanese. Poi chiudo definitavamente. Maalesh goes upside down, vita nuova, paese nuovo… blog nuovo?

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17 risposte a Maalesh goes upside down!

  1. elisabetta ha detto:

    mio marito ha vissuto in libano due anni e io ho fatto sempre “su e giù”, ora è in Mauritania … (dalla padella alla brace) e io faccio ancora “su e giù” anche se molto meno “giù” e molto più “su” qui in Italia. Tra un anno si ricomincia. E’ il destino di chi ha scelto di vivere la vita, la famiglia, la quotidianità in modo più complicato di altri, ma è il solo modo in cui avremmo potuto srotolare il nostro destino. Buona fortuna a lei e alle sue famiglie: quella che lasciamo in Italia a preoccuparci per noi; quella che abbiamo acquisito e che in genere parla di noi come “l’italiana che ha sposato mio figlio”; quella che ci siamo costruite e a cui dobbiamo spiegare le cose minimo in tre lingue e via dicendo…. (ps. ora sono in laos a cercare casa per tutti, in avanscoperta ci vado sempre io… “che tanto ho niente da fare tutto il giorno”),

  2. esercizidipensiero ha detto:

    nooooooooooooooooooo. Porta con te le ricette, le tracce, i legami e le foto.

  3. Laura ha detto:

    Ti confesso che quando ho letto da Siren del suo dolore per un’amica che partiva, ho subito pensato a te. Anche se subito dopo mi sono detta che no, ma dai, chissà quante amiche italiane ha in Libano, perchè proprio lei?
    Invece…
    Mi dispiace molto, soprattutto perchè risulta lampante, da quello che hai sempre scritto, che sei legatissima a questo paese, e poi, visto che l’Australia non è esattamente dietro l’angolo, sarà ancor più difficile pensare di allontanarsi dai propri cari in Libano e in Italia. Ma immagino sia stata una scelta supermeditata, e, data la situazione, nessuno potrebbe darvi torto.
    Sono sicura che manterrai i legami nonostante le distanze e ti, anzi vi, auguro tanta fortuna e felicità nella vostra nuova vita a testa in giù.
    Keep us posted!!

    • maaleesh ha detto:

      Grazie Laura. Sono mesi che ci propongono l’Australia, ma avevamo sempre rifiutato per la distanza. Invece questa volta abbiamo detto si. La situazione qui, forse, ha contribuito. Chissa’.

  4. claudia ha detto:

    Debby che dire, sicuramente come dice Laura è una scelta ragionata e data la situazione nessuno pensa a darvi torto,,,quindi, amica mia, in bocca al lupo a te e la tua famiglia!!!!

  5. niki ha detto:

    Tesoro! I migliori auguri da parte mia e della mia errante famiglia! Dario è una vita che cerca di convincermi che l’Australia a lui piace…ma non possiamo portare le micette…mica vuoi abbandonarle… Ma, spero, resteremo in contatto! Anche se sarai così lontana…sai mai, nella vita, cosa ci aspetta! A volte perfino cose belle come la vostra stupenda famiglia!
    Un abbraccio grandissimo
    Niki

  6. Enrico ha detto:

    Visto come stanno andando le cose da quelle parti mi sembra una scelta sensata. Facci sapere dove trovarti sul nuovo blog mi raccomando, Mi farebbe piacere seguirti ancora.

  7. the siren ha detto:

    Mi addolora profondamente dovermi separare da te, amica mia. Mi addolora così tanto che ho fatto fatica a leggere queste righe. Vederlo scritto così, nero su bianco, è troppo difficle da accettare. Sono felice per voi, se siete felici. Ma mi resta un buco sul cuore.

    • maaleesh ha detto:

      Ti voglio bene. Ma lo sai gia’. Mi mancherai tantissimo. Anche questo lo sai. E ringrazio la vita, o il destino, o Dio, che mi ha fatto incontrare una persona come te. :*

  8. Arianna ha detto:

    E io che mi aspettavo di incontrarci a Beirut il prossimo anno! Capisco comunque le tue ragioni. Ti auguro di trovare tutto il meglio in Australia e magari ci aggiornerai con le tue nuove avventure dall’altra parte del mondo. Buona Fortuna…

  9. fulvio ha detto:

    Debora…che dire….un grosso in bocca al lupo per la nuova esperienza!!! Con la speranza di leggere un nuovissimo blog sugli australiani…perchè no? Spero di incontrarti ancora, anche se solo virtualmente.

  10. niki ha detto:

    Debora, vuoi che lanciamo un “amo” ai lettori dei nostri blog per vedere se c’è qualcuno dei nostri lettori in Australia? Così magari c’è qualcuno a cui puoi fare riferimento?

  11. Mary ha detto:

    E’ vero, l’Australia è lontanissima, ma i “potenti mezzi” riusciranno a tenerci in contatto e magari troverai il modo di raccontarci com’è quell’altro mondo. Penso che la decisione non sia stata facile, ma quando ci sono i bambini bisogna pensare al loro futuro e alla loro incolumità, cosa che non credo sia possibile trovare adesso (e forse mai…) nei Paesi mediorientali.
    Strano come questo mondo virtuale possa incidere su di noi in maniera così coinvolgente. Quando ho appreso dell’attentato, il mio pensiero è subito volato verso di te e la tua bambina, nonostante la nostra conoscenza si basi solo attraverso scritti e fotografie.
    Sono contenta per te e per la tua famiglia e continuerò a seguirti anche dall’altra parte, a “testa in giù”!

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