Questo e’ un post particolare, lo dicevo nel post precedente. E’ molto personale, ma lo scrivo ugualmente per spiegare perche’ penso che in Libano ho fatto cio’ che dovevo fare. Il “maktub” o il destino, o quel che e’, si e’ compiuto per me. Oltre ad averci trovato un marito meraviglioso e averci conosciuto gente che portero’ sempre con me nel cuore, questo paese mi ha dato la cosa piu’ importante della mia vita. Probabilmente se fossi rimasta in Italia non lo avrei mai fatto, per tanti motivi.
Sono parole che qualcuno ha gia’ letto, perche’ fanno parte di una discussione in un forum, ma le ripropongo qui. Volevo riscriverlo, ma ho avuto paura di perdere le emozioni di quei giorni. Volevo parlare delle mie amiche che mi sono state vicine, di una cartolina che e’ tutt’ora con me arrivata da Nizza, ma si sa che i ricordi cambiano con il tempo, quindi lo lascio cosi’ come l’ho scritto a quel tempo. Non cambio una virgola.
Ho affrontato questo secondo tentativo di fecondazione assistita da sola perche’ mio marito e’ a Dubai per lavoro. Sapevamo che sarebbe stata dura, ma se avessimo solo immaginato quanto, probabilmente non lo avremmo fatto ora, ma avremmo aspettato che finisse il lavoro a Dubai.
Forse siamo meno forti di quanto pensiamo. O forse, nonostante sapessimo bene cosa ci aspettasse, abbiamo sottovalutato le implicazioni psicologiche. O forse siamo solo stati due stupidi e una cosa cosi’ non si fa separati.
La stimolazione, il pick up, il transfer, l’attesa del giorno del test di gravidanza.
Poi il giorno del test e’ arrivato.
Mi sono svegliata la mattina presto, sono andata al laboratorio e ho fatto il prelievo. Chiama alle 2 per sapere l’esito, mi hanno detto.
Non sono tornata a casa, non ce la facevo.
Ho girato un po’ per la citta’, mi sono seduta nel bar della mia via preferita a leggere un libro, le righe un po’ tremolanti, perche’ il bisogno di avere mio marito vicino era troppo forte e le lacrime mi velavano gli occhi, le righe rilette piu’ volte, perche’ il pensiero di sentirmi dire ancora una volta che non era andata bene e non averlo vicino a sorreggermi mi rendeva impossibile capire cosa leggevo.
Sono andata da Bliss a farmi fare un panino e mi sono seduta sul muretto dell’universita’ a mangiare. Non avevo fame, naturalmente, ma non posso saltare i pasti perche’ diabetica. Alle 2,20 non avevo ancora chiamato.
Poi mi sono decisa.
Positivo. Valore alto. Ripetilo, ho urlato alla ragazza che me l’ha comunicato. E lei l’ha ripetuto, con una traccia di sorriso nel tono di voce. Aspetto di vedere un test positivo da 14 anni, le dico.
Ho iniziato a piangere e ridere e urlare e volevo abbracciare il ragazzo della delivery che avevo vicino e non capivo piu’ niente. Poi cercavo una cabina per dirlo a mio marito. E io l’ho visto piangere spesso per i nostri problemi, per le speranze deluse, per il suo stupido senso di colpa, ma questa volta l’ho sentito piangere per la felicita’. Non riusciva a parlare. Oddio, ripeteva, oddio. E piangeva. E la sera mi manda un messaggio per dirmi che la gioia provata quel giorno era superiore solo a quella del giorno del matrimonio.
E mentre ero al telefono con lui la gente mi guardava e io li guardavo e volevo abbracciarli tutti, non solo il ragazzo della delivery.
Quando sono riuscita a rimettere i neuroni in riga, il mio primo pensiero, sono sincera, e’ stato per una mia carissima amica che affrontera’ a breve anche lei il suo secondo tentativo e subito dopo il mio pensiero e’ stato per Cricchellina, Melela e Anna. Cricchellina che si positivizza e ci dice che ce la faremo, Anna che mi incoraggia all’inizio del mio percorso, quando anche lei era all’inizio del suo, Melela che mette questo tra i propositi del nuovo anno.
E penso che devo aspettare 15 giorni per la mia prima ecografia.
E arriva anche il giorno dell’ecografia.
E questa volta mio marito c’e’. E’ arrivato ieri. Il lavoro a Dubai e’ finalmente finito. 3 mesi lunghissimi (soprattutto la seconda meta’!!) che sono finalmente passati.
E il dottore che mi dice: congratulazioni, Debora, sei incinta.
BEIRUTRASH… o italiantrash?
Sono perfettamente consapevole che, quando uno apre un blog, capitino persone di qualsiasi tipo a leggere. Sono anche perfettamente consapevole che dovrei ignorare e moderare certi commenti. Ed e’ quello che volevo fare in effetti, ma piu’ ci pensavo, piu’ mi dicevo che questo blog e’ il MIO spazio, un po’ come se fosse casa mia. Io invito gente a casa mia, sono contenta di averli con me, ma ci sono regole comportamentali che io giudico ovvie. E quindi replico.
Sono benvenuti tutti i commenti, anche quelli in contrasto con i miei pensieri e le mie considerazioni. Sono ben accette le opinioni diverse e anche le polemiche, purche’ si mantengano su livelli civili, perche’ aprono al dibattito, che arricchisce sempre.
NON tollero maleducazione, NON tollero commenti offensivi, NON tollero che vengano rivolti insulti a chi commenta il mio blog.
Questi sono i commenti in questione (che trovate nel post facciamo una passeggiata), li riporto qui cosi’ uno non deve manco sprecare il tempo a cercarseli sotto gli altri.
In risposta al commento di tatagioiosa:
Premetto che non voglio essere offensivo, ma vuoi mettere Roma con Beirut!!! A me sembra che ho voi del blog nel narghile’ ci avete messo qualche COSA di “strano” e lo fumate o non avete la minima idea di cosa sia questa citta e tutto il Libano.
1. Nessuno rispetta il codice stradale.
2. Devi ripetere almeno 6 volte cio’ che vuoi al Bar, in tre lingue diverse.Ti dicono di si e poi non lo fanno.
3 Fregano gli stranieri.
4 Ipercorruzione negli uffici pubblici.
5 187° paese al mondo lentezza di internet.
6 La prostituzione, sotto il nome di supernight club e ampliamente tollerata.
7 Lacune comportamentali, ( in una comitiva di 8 persone, fino all’ultimo minuto, non si decidono cosa fare la sera………..Aspettano che apra bocca lo Straniero e allora si fa’.)
8 Solo due societa’ telefoniche ipercoostose, che poi in realta e’ una solo, l’UMTS e’ una sogno.
9 IL famoso khoury home e Matta mobile, richiedi la consegna il sabato sera, normalmente come se niente fosse, te consegnano il martedi mattina, mentre tu lavori.
10 Tassisti pochi parlano lingue straniere, ubrachi, pericolosi alla guida, mezzi vecchi.
11 Nel 2011 ” NON C’E’ ANCORA L’ENERGIA ELETTRICA 24 AL GIORNO ASSURDO”.
12 Non ho mai letto di una scoperta scentifica o invezione o creazione fatta da un Libanese ( ho dato una occhiata su wikipedia).
13. DOVREBBERO FARE UNA LEGGE INTERNAZIONALE PER VIETARE ASSOLUTAMENTE DI GUIDARE MEZZI ALLE DONNE LIBANESI, SONO LORO IL VERO PERICOLO. QUANDO LA SMETTERE DI MANGIARE IL MANUSC, TELEFONARE E DARE ORDINI ALLE BADANTI, ALLO STESSO TEMPO, INVECE DI TENERE LE VOSTRE MANINE SUL VOLANTE. FATE FIGLI COME I CONIGLI!!!
14. RUMORE OVUNQUE IMMONDIZZIA OVUNQUE, MUZZA OVUNQUE, MANUTENZIONE STRADALE A SINGHIOZZI.
iN FINE RAGAZZE LIBANESI, MA LO VOLTE CAPIRE CHE NON TUTTI I GIOVANI POSSO SPENDERE 80.000 DOLLARI TRA RANGE ROVER, TELEFONI CARI, RISTORANTI DI LUSSO, PER AVERE FORSE DOPO UN MESE LA FIGA!!!! SVEGLIA IL MONDO VA’ AVANTI, IL VOSTRO PAESE VA’ INDIETRO.
In risposta al commento di selena:
pessimi………….. ma cosa stai dicendo!!!!!! Io ci sono stato almeno 5 volte in Spagna sono educatissimi, gentilissimi, rispettano il codice anche perche’ le varie polizie locali, gli danno addosoo.E’ vero che sono un po’ ubriaconi ma ci sono i controlli. MA in che parta della Spagna sei stata, a melilla forse nella zona ARABA.MA che cavolo di commenti fai! ma non ti vergogni?, ma te hai mai guidato qui in LIbano.Se non lo sai allora taci, ho girato il mondo posso dirti che questo e’ il paese ideale dove puoi guidare come ti pare, tanto la POLIZIA con qualche 1000 lire locali te la compri senza problemi. Quando in Italia mi fermano i Carabinieri, mi cago addosso.!!!!!
In risposta al commento di Tina:
E si si assomigliano…….. immondizzia ,puzza, disordine, parlate l’Arabo ambedue.Infatti mi domando i napoletani che ci fanno in Italia,andate a Beirut, tra megascarafaggi corruzione ed elettricita a singhiozzi, sarebbe il paradiso per voi.ANDATE ANDATE.
Detto questo,
se BEIRUTRASH si prendesse la briga di leggere il mio blog scoprirebbe che questo e’ un posto dove le cose vengono prese con un po’ di ironia e sempre con un sorriso. E’ un blog leggero, e tale voglio che rimanga (sempre perche’ e’ casa mia e quindi posso decidere come ci si comporta a casa mia).
Consiglierei poi a BEIRUTRASH di ripassare un po’ di grammatica (tanto per dirne una, immondizia si scrive con una sola Z). E anche un po’ di netiquette. In internet, lo sanno tutti, le maiuscole equivalgono a gridare. Non si grida a casa mia. Non ho mai sopportato le persone che parlano a voce troppo alta.
Mi piacerebbe sapere perche’ BEIRUTRASH e’ in Libano. Voglio dire, se viene per lavoro gli potrei suggerire di cercare sulla sua Wikipedia l’espressione “non si sputa nel piatto dove si mangia”. E gli direi che puo’ tornare tranquillamente da dove e’ venuto. Se invece viene per vacanza potrei pensare che non sia un uomo molto sensato.
E gia’ che ci si trova, potrebbe cercare pure le parole educazione e rispetto. Uno dei motivi per cui io non mi arrabbio piu’ di tanto con tutte le cose che succedono qui in Libano e’ perche’ non e’ il mio paese. Sono io che mi devo adattare a loro, non il contrario.
BEIRUTRASH avra’ pure girato il mondo, ma non mi sembra che si sia portato a casa qualcosa.
Vorrei anche dire a BEIRUTRASH che mi dispiace immensamente per lui. Pensate come deve vivere male una persona cosi’. Una persona che non vede niente di positivo intorno a lui, che non riesce a cogliere il meglio dalle sue esperienze, deve essere una persona piuttosto vuota dentro. Mi ha messo addosso una tristezza infinita.
Vorrei dire tante altre cose, ma ho idea che ho gia’ sprecato troppe parole, concludo con un estratto di un’intervista di Fabrizio de Andre’ dove parla di Sidone. Forse noi stranieri continueremo a sorprenderci per come vanno le cose qui in Libano, ma magari ci aiuta a comprendere e ad essere un pochino piu’ tolleranti… forse.
Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all’uso delle lettere dell’alfabeto anche l’invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l’attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz’età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai congoli di un carro armato. Un grumo di sangue, orecchie e denti di latte, ancora poco prima labbra grasse al sole, tumore dolce e benigno di sua madre, forse sua unica e insostenibile ricchezza.
La piccola morte a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea.
BEIRUTRASH, se usi toni piu’ civili e togli il caps lock puoi tornare quando vuoi, ahlan ahlan.
No, niente maalesh oggi, non ci riesco.
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